UN TREPPIEDI SOTTO L’ALBERO
(30 Dicembre 2004 - Aggressione a Berlusconi)
(3 Gennaio 2005)
E’ segno dei tempi. Tramontata da un pezzo l’epoca dei grandi odi; degli attentati fatti per passare alla storia, non restano che azioni destinate ai brevi di cronaca. Dai furori del nichilismo anarchico e del fanatismo partitico approdiamo allo sberleffo contundente. Come dire che i politici di oggi (considerazione generica non risvolta espressamente a Berlusconi) non sono nemmeno degni d’un attentato che si rispetti; un po’ come accadeva all’avvocato fallito di "Operazione San Gennaro" al quale avevano smesso perfino di fare le pernacchie.
Ovviamente tutto ciò non esime il premier dall’accendere un cero agli artefici della miniaturizzazione; gente impegnatissima a sfornare aggeggi sempre più compatti ed ultraleggeri al limite dell’evanescenza. Ve le immaginate le conseguenze, qualora il gesto "goliardico" fosse stato attuato, poniamo, ai primi del ‘900? Un cavalletto (tipo, per intenderci, quello usato da Totò in "Miseria e Nobiltà") che era quanto di più appropriato per esercitarsi nel sollevamento dei pesi avrebbe potuto causargli, come minimo, una lungodegenza da far impallidire quella di Bossi. Comunque "tutto è bene quel che finisce bene" (come dissero a Fanfani mentre tornava fresco fresco da una memorabile tirata d’orecchie).
Resta da augurarsi, intanto, che in questo c. di paese con la fregola dell’imitazione l’episodio non faccia moda. Non ci piacerebbe assistere allo spettacolo di qualche leader colpito da un vaso da notte mentre si reca a fare shopping o a quello della massaia che, fermata per aver centrato col mattarello il cranio d’ una malcapitata parlamentare, dovesse giustificarsi con frasi del tipo "scusatemi tanto, ma ce l’avevo proprio sulle palle!"