18 Settembre 2018
MICROGIORNALI
PARTE INTRODUTTIVA
I
primi riferimenti li avevo trovati nel libro di Enrico Pedemonte
(“Morte e resurrezione dei giornali” - 2011) ed
oggi si assiste ,
un po' dappertutto, alla sensibile crescita del settore. In tempi
più
recenti avevo inserito nel mio sito un
articolo de La Repubblica
(2014) relativo ad una realizzazione del genere attuata in
Inghilterra e di recente, “ravanando” in rete,
scopro che anche
la Cina sta praticando siffatte forme di comunicazione.
Da
profondo conoscitore delle più svariate vicende
dell'editoria,
Pedemonte ne individua la causa nella crescente esigenza, avvertita
da molte comunità, di raccogliere e diffondere notizie e
documentazione varia relative ad uno specifico territorio,
associazione, gruppo ecc. Egli nota, altresì, come oggi, per
un
complesso di circostanze, l'attenzione della gente si riversa, per
fare un esempio, sui problemi che riguardano i paraggi della propria
abitazione, assai più che sui servizi stampa riguardanti
stragi
all'altro capo del mondo. Non è questione di
sensibilità; tutto
dipende dai connotati sempre più generalisti
nonché globalisti
assunti dai quotidiani, per non parlare delle emittenti televisive.
Si
avverte ovunque l'esigenza di forme di comunicazione mirate su aree e
settori specifici. Un genere di domanda crescente e, per forza di
cose, sistematicamente ignorata dai grandi organi d'informazione, in
quanto difficilmente praticabile dagli stessi.
I
campi di applicazione possono essere dei più svariati. Tanto
per
dare qualche idea, restando nell'ambito degli argomenti monotematici,
si potrebbero creare:
periodiche
rassegne-stampa, opportunamente commentate e riferite ad un unico
specifico settore;
argomenti
mirati al continuo aggiornamento su fatti, sperimentazioni e
prospettive in ambiti di circoscritto interesse; ma anche ricettari
ecc.
INTANTO
Proprio mentre buttavo giù queste mie note, arrivava dal parlamento europeo la mazzata sulla c.d. salvaguardia del diritto d'autore; un tentativo di blindare “diritti” ed invadenza della vecchia stampa attraverso il drastico contenimento della libertà di espressione in rete. Una ragione in più per l'impiego critico del microgiornale nella valutazione di specifici casi riferiti all'attendibilità (specie nelle realtà locali) di notizie e campagne stampa dei quotidiani. Non è questione da poco, segnatamente in un paese dove il 96% della popolazione si informa (anche se non sclusivamente) attraverso la TV, mentre, a sfatare l'auto celebrazione della corretta informazione a mezzo quotidiani basterebbe la lettura di testi come “I padroni delle notizie” di Altamore (2006).
Siamo al punto, in definitiva, di cominciare a chiederci se non sia opportuno impiegare nella controinformazione un prodotto come quello del microgiornale, auspicandone la creazione attraverso tanti piccoli ed autonomi gruppi operanti su base volontaristica. D'altra parte iniziative del genere non avrebbero nemmeno il carattere di novità. Non ce l'hanno certo per chi conserva memoria delle pubblicazioni undergrund negli anni '70 (quelle che poi sfociarono, fra l'altro, anche nella realizzazione della collana “mille lire” attuata dalla viterbese Stampa Alternativa).
Personalmente ritengo inadeguato il sistema seguito da molti pionieri del microgiornale. Mi riferisco, segnatamente, alla preferenza accordata alla diffusione di tipo cartaceo, quando tutto risulterebbe più praticabile, immediato, economico e funzionale sfruttando le enormi possibilità offerte dalle tecnologie digitali, unite a quelle di un intelligente “sfruttamento” degli spazi offerti dai socialnetwork, nonché dalla diffusione degli smartphone. Alla base della diffusione “virale” di questi apparecchi sta sicuramente il fatto che consentono ovunque l'utilizzo delle funzioni base del computer il cui uso, fino a qualche anno addietro, ci costringeva a correre a casa o in ufficio ogni qualvolta se ne aveva bisogno. Una rivoluzione epocale, equivalente a quella segnata dal veneziano Aldo Manuzio quando, in pieno XV secolo, trascurò le edizioni in folio allora molto diffuse per puntare decisamente su incunaboli che chiunque avrebbe potuto portarsi in saccoccia.
E' verissimo che su qualsiasi tipo di monitor la lettura affatica non poco; tanto è vero che aumentano blog e motori di ricerca provvisti dell'opzione audio (peccato che la attuino di norma a mezzo voce sintetica). Oltretutto l'audio consente di seguire dei brani mentre mani o vista sono impegnati in altro, così come permette a più persone di seguirne contemporaneamente i contenuti, mentre risulta altrettanto vera l'impossibilità di trasferire su smartphone i contenuti cartacei.
PERCHE' MONOFOGLIO E PERCHE' A DIFFUSIONE SOLO VIA RETE
Micro
o maxi che sia un giornale a stampa implica un insieme di fattori,
che sono altrettante complicazioni:
Obbligo
di registrazione, presenza di un direttore responsabile, consegna
obbligatoria di esemplari, rigide indicazioni circa sedi,
periodicità, ecc;
Connessa
necessità di ricorso a tempi, costi e rigidi limiti della
spedizione
in abbonamento per gruppo postale postale;
Necessità
di copertura spese, dove i casi sono due: destinatari paganti e/o
pubblicità. Non dico che sia impossibile trovare chi sia
disposto a
versare qualcosa, ma ciò accadrebbe solo in presenza di
contenuti
altamente professionali e nel ristretto ambito di un cerchia di
soggetti impossibilitati a farne a meno. Di certo più
spinoso resta
l'aspetto pubblicità. Gli inserzionisti, come dimostra
l'area
free-press, pagano in rapporto al volume di effettiva distribuzione
(aspetto che ne spiega l'esodo dai grandi periodici – ivi
compresi
quelli che hanno lungamente pompato contributi pubblici spacciando
tiratura per diffusione ed ora soccombenti, anche sul fronte
pubblicitario, a tutto vantaggio di rete e TV). Diverso il caso di
pubblicazione a raggio ristretto (tipo giornale di quartiere/borgata
ecc.), dove, tuttavia, occorre fare i conti con le norme (degli anni
trenta ma tuttora in vigore) che non lasciano alternative in
proposito; si accetta, pagandolo profumatamente, ciò che che
passano
le agenzie di pubblicità, oppure si è costretti a
costituirsi in
impresa pubblicitaria, con tutto ciò che ne consegue.
Quanto sopra premesso spiega le ragioni del successo incontrato dai giornali locali esclusivamente online che, in quanto tali (sempre che non ricavino utili superiori ai 100.000 euro annui):
Grazie
alla normativa europea, recepita nel 2012 dal nostro ordinamento, non
sono soggetti ad obblighi di registrazione;
Non
implicano operazioni stampa, evitando, di riflesso, costose
lentissime e problematiche spedizioni di materiale cartaceo;
Aggiornano
in tempo reale i propri contenuti, meglio e prima di quanto siano in
grado di fare i gtrandi quotidiani;
Inseriscono
arricchimenti video, interviste, infografiche e tanto altro (compresi
collegamenti via reteverso contenuti utili a rafforzare le proprie
posizioni.
Avvalendosi
dello strumento CSS dei motori di ricerca, avvertono i lettori
ogniqualvota spuntano notizie di diretto interesse per gli stessi.
Ora, Il micro giornale monofoglio, limitandosi alla diffuzionesio di un PDF (ed astenendosi dallo stampare alcunchè) gode degli stessi vantaggi relativi ai due primi punti evidenziati per i giornali online, con la differenza che, mentre la struttura dei contenuti di questi ultimi mostra evidenti limiti nelle operazioni di download, il pdf, impaginato seguendo accattivanti modelli che ricordano quelli del periodico a stampa (e quindi familiari al visitatore), invita a riprodurlo a mezzo stampante e/o fotocopiatrice , anche perchè la compressione in un unico fronte-retro è quanto di più economico si possa immaginare; l'originale è fatto oltretutto in maniera da dare ottimi risultati nel fomarto A3 - molto prossimo al tabloid – come nell'A4, anche in opzione risparmio inchiostro - economy). Un'impresa non proprio invitante quando ci si trova, per contro, in presenza di PDF di 10/15 pagine con ampi margini e caratteri maggiori dell'Arial 12 disposti, per giunta, in interlinee troppo spaziate.
INSERIMENTO DI ALLEGATI, ANCHE MULTIMEDIALI
Bisogna tener conto del fatto che viviamo nell'epoca del Cross MediaPublishing, caratterizzata dalla contemporanea presenza di video, audio, testi, peresentazioni ecc., senza trascurare il fatto che la produzone dei primi due risulta oggi facilmente realizzabile mediante ricorso allo smartphone (un apparecchio che ci libera dall 'andarcene in giro forniti di telecamera e registratore). Il cross-media non è, peraltro, una moda passeggera, dal momento che risponde all'esigenza di una comunicazione multiforme (ci sono descrizioni che è arduo esporre esclusivamente in maniera testuale, così come un'intervista sfornita di audio risulterebbe piatta perchè priva di mordente).
Altra importante variazione rispetto alla pubblicazione cartacea, la determinazione della periodicità.
La produzione di un periodico, micro o maxi che sia, stampato in offset come in tipografia, necessita di più pagine per la semplice ragione che implica uno stacco periodico tra un numero ed il successivo. Il monofoglio, invece, segue una logica alquanto diversa; in mancanza di notizie potrebbero trascorrere anche più settimane tra due diffusioni, come anche un solo giorno nel caso ne giungessero di nuove. In quest'ultimo caso, il numero già inviato (ed archiviato per consultazioni su numeri pregressi) resterebbe lo stesso con l'eccezione di qualche aggiornamento (ovviamente segnalato in testata), mentre la numerazione scatterebbe solo tra un prodotto e quello con contenuti interamente rinnovati. Una pratica impossibile per chi, fermo al cartaceo, resta condizionato dai vincoli dell'abbonamento postale (dove, nell'intervallo tra due numeri, è consentito inviare solo supplementi a sé stanti).
Nel prototipo, richiamato in calce, non ho potuto fare altro che riempire le due facciate con brani umoristici che avevo scritto anni addietro. Va da sé che, operando sul concreto, pezzi di eccessiva lunghezza sarebbero del tutto inappropriati. Chiunque dovesse collaborare alla realizzazione pratica del progetto dovrebbe mantenersi tra limiti ben definiti (senza, di norma, sforare, ad esempio, dimensioni eccedenti un pagina A4 con corpo 12 Arial, tenuto conto che i caratteri impiegati in originale si alternano tra Arial 8 e Calibri 9).
MULTIMEDIALITA' ed INTERATTIVITA' ATTRAVERSO QUATTRO CONTRASSEGNI (A V R D)
Il monofoglio “gira” perfettamente su PC come su smartphone (il primo, se sprovvisto, richiede presenza di lettore pdf, mentre di solito il secondo ce lo ha già preinstallato). C'è tuttavia qualche differenza da tener presente.
Ciascun numero di giornale presenta una doppia versione; quella online e quella offline, che sono simili in tutto, tranne che nei collegamenti multimediali. Nella “online”, operando in presenza di rete, su PC come su smartphone, ciascun titolo, quando viene cliccato, apre un file (video, audio, testo ecc.). Se il visitatore intende scaricarselo non deve fare altro che effetuare il download e salvare il contenuto in una cartella, che nominerà a prorpio piacere. Prima di terminare la seduta, richiamerà la versione “offline” e scaricherà questa pure nella stessa cartella.
Una volta cessata la navigazione, aprendo da cartella la versione offline accadrà quanto segue.
Se
la cosa avviene su PC/notebook e simili, dopo aver aperto il foglio
nel lettore PDF e mai attraverso il browser (scaricare, in mancanza,
il portatile free Foxit Reader – 9 Mega) basterà
cliccare sui
punti sensibili del PDF (titoli o didascalie di immagini) per
richiamare, senza bisogno di connessione, qualsiasi testo o file
multimediale e no. Unica eccezione l'eventuale riferimento a pagine
di siti diversi da quello che ospita il foglio e che richiede sempre
e comunque l'attivazione di connessione.
La
cosa cambierebbe qualora si intendesse compiere su smartphone la
stessa operazione, dal momento che (quasi certamente) nessun tasto
effettuerebbe il richiamo (tranne, dietro connessione, quelli di
accesso al sito che ospita la pubblicazione e l'eventuale richiamo a
contenuti di altri siti). Non è nemmeno un grosso problema,
poiché
basta aprire la cartella sopra citata per accedere ugualmente a tutti
i file prima scaricati.
Ancora: la versione foglio online, come la offline (che è quella posizionata in cartella) recano qualche contrassegno su ciascun titolo e/o didascalia: A V R D dove
A
sta a significare presenza di audio;
V
di video (o altro prodotto similare come: animazioni, presentazioni
ecc.);
R
per indicare che, su PC come su smartphone, l'accesso agli allegati
necessita di connessione;
D
richiama contenuti testuali ed altro materiale specificamente
collegato alle stesse (mappe concettuali interattive e no, diagrammi,
pannelli infografici ecc.) Tutti i file di questo tipo sono
realizzati in alttettanti pratici PDF.
Inoltre,
ciascuna lettera-richiamo, se collegata a più allegati dello
stesso
tipo, figurerebbe ripetuta con l'accompagnamento di numerazione
progressiva, poiché la presenza della stessa figurerebbe
nella
denominazione del file precedentemente immesso in rete.
L'utilità di
siffatto accorgimento è talmente intuitiva da non richiedere
ulteriori spiegazioni.
CHIARO POI CHE
la cartella contenitore può essere tranquillamente trasferita da un apparecchio ad un altro, rinominata o inviata per e_mail manterrà sempre caratteristiche e funzionamento sopra descritti.
E' ANCHE IMPORTANTE TENER PRESENTE CHE
il solo monofoglio costituisce un elaborato a sé stante, autosufficiente ed esaustivo. Tutti gli allegati, per quanto utili e gradevoli, sono degli ampliamenti necessari ma non indispensabili. Proprio questa caratteristica mi ha frenato (in presenza di soli allegati del tipo D, di accorpare il tutto in un unico file PDF, comprendente tanto la base (vero e proprio monofoglio) quanto gli allegati del tipo sopra indicati. Le ragioni si spiegano con l'eventualità che, optando per la stampa, destinatari poco attenti, azionando il comando, potrebbero ritrovarsi alle prese con un bel mucchio di fogli, quando tutto consiglia di limitare l'operazione alla stampa fronte-retro del solo foglio. C'è, in aggiunta, la considerazione sulla bassa probabilità di dover realizzare un giornale privo di file multimediali, essendo molto più ricorrenti le situazioni caratterizzate dalla natura mista degli allegati. Meglio, quindi, mantenere separati tutti i file in aggiunta, poichè, operando in presenza di file di tipo D composta da più pagine, tornerebbe agevole l'aggregazione autonoma strutturata sulla configurazione in mappa sensibile.
QUI UN ESEMPIO DI VECCHIA BOZZA
Nel riportare, subito in calce al presene paragrafo, un esempio di come estrarre per gestione autonoma autonoma i file necessari a comporre la cartella, ricordo brevemente le caratteristiche che la contrassegnerebbero:
Su smartphone ci sarebbe la perfetta visualizzazione del file “foglio offline.pdf” ma difficilmente si giungerebbe alla visualizzazione dei multimediali (che quindi andrebbero aperti manualmente dalla cartella predisposta in precedenza);
Stesso discorso per l'apertura del file “considerazioni.pdf”, sul quale, però, anche su smartphone se ne vedrebbero tutti i collegamenti interni allo stesso, per la semplice ragione che, proprio per essere interni, non creano problemi;
Su PC e simili la visualizzaazione dei pdf e dei connessi file multimediali è assicurata a patto di aprire i richiami, in assenza di connessione, su di un lettore html.
Il sottostante dimostrativo completo va aperto partendo dal file "foglio_online", contenente quattro audio richiamabili cliccando sui titoli dei singoli brani, mentre per richiamare il secondo pdf interattivo occorrerà cliccare sulla parola "prototipo" in alto sulla testata. Ho disattivato il collegamento “EXIT” nella pagina introduttiva alle “considerazioni” per evitare di proiettare il tutto su altre pagine del mio sito. Il dimostrativo contiene anche il PDF offline utile a chi volesse provare l'operazione di scaricaricarlo in una propria cartella insieme a tutti i file di collegamento (secondo le spiegazioni precedentemente esposte). Ho predisposto, comunque, anche l'alternativa (in cartella zippata) che contiene già pronta la trasformazione per la visualizzazione completa offline. Per il normale on line cliccare sul collegamento al prototipo. e qui per la cartella zippata ( peso 2,5 Mega).
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