Cause
della rivoluzione francese
Dopo
il 1781 l'antico regime entra in crisi a causa di difficoltà
finanziarie
(dovute alle forti spese per la partecipazione alla guerra di
indipendenza americana).
Viene proposta una riforma economica che
però intaccava i privilegi dei nobili e del clero. Questi,
per
contrastare tali riforme, costringono il re Luigi
XVI
a convocare gli Stati Generali.
Gli
Stati Generali erano
un'assemblea in cui ogni ordine sociale (nobiltà, clero e
terzo
stato) doveva avere un numero eguale di deputati, ma il terzo stato
chiede ed ottiene di avere un numero doppio di rappresentanti per
riuscire contrastare le votazioni di nobiltà e clero che
spesso
andavano a coincidere (mantenendo così i propri privilegi a
discapito dei ceti meno abbienti)
Votazione a testa o per
ordine?
Però, se il re concesse che il Terzo stato avesse
un
numero di rappresentanti doppio, l'aristocrazia ottenne che
le
votazioni negli Stati generali dovessero avvenire "per ordine"
e non a testa: in altre parole, a ogni "stato" toccava un
voto e quindi la nobiltà e il clero avrebbero avuto in ogni
caso la
maggioranza.
La questione andò avanti per più di un
mese.
Il
giuramento della Pallacorda
Il Re, appoggiato dai nobili, non
prendeva una decisione sulla questione del voto, così i
deputati del
terzo stato si riunirono nella sala della Pallacorda
dove giurarono
di dare una
Costituzione alla Francia.
Il Clero e 47 membri della nobiltà si
unirono a loro formando l'Assemblea
Nazionale Costituente. Luigi XVI sconfitto sul piano
politico,
decise di ricorrere alla forza, ma la borghesia reagì e, con
l'aiuto
delle classi popolari, il 14 luglio assale
e conquista la Bastiglia simbolo del dispotismo del regime
assoluto.