Fuga a Varennes Il 14 luglio1790, a Campo di Marte, era stato celebrato l'anniversario della Presa della Bastiglia con la Festa della Federazione. Dopo una celebrazione eucaristica sostenuta da Talleyrand, Luigi XVI e Maria Antonietta, accompagnati da La Fayette, avevano prestato giuramento al Paese e alla Costituzione (in fase di revisione). Questo momento di unione nazionale aveva fatto credere che il re avesse accettato i cambiamenti sociali e politici appena instaurati, ma la realtà era diversa. Luigi XVI aveva tentato di conservare la sua autonomia e di riconquistare il potere che aveva perduto, mantenendo contatti con le corti straniere, chiedendo loro supporto contro i rivoluzionari e, come sincero cattolico, appoggiando il papa e i preti refrattari. Il fallimento del suo tentativo di fuga, avvenuto tra il 20 e il 21 giugno 1791 (Fuga a Varennes), ebbe la conseguenza di svelare alla popolazione francese la sua ostilità nei confronti della Rivoluzione. Da tempo erano stati preparati diversi piani per permettere alla famiglia reale di fuggire da Parigi, ma l'indecisione di Luigi XVI portò all'accantonamento di ognuno di essi. Grazie all'insistenza di Maria Antonietta, il re si decise ad agire e optò per un tentativo di fuga ideato da Hans Axel von Fersen, con il quale sarebbero rimasti in territorio francese, al fine di preservare ciò che restava del prestigio e dell'autorità della monarchia; la loro destinazione era Montmédy, una roccaforte nel nord-est della Francia, vicino al confine con ilLussemburgo, dove ad attenderli ci sarebbe stato il comandante François Claude de Bouillé con soldati fedeli alla causa monarchica. Qui Luigi XVI avrebbe potuto organizzare un tentativo di controrivoluzione. La sera del 20 giugno1791 tutte le porte del Palazzo delle Tuileries erano sorvegliate da uomini della Guardia Nazionale. Ancora oggi non è chiaro quale via di fuga abbia utilizzato la famiglia reale; alcuni storici sostengono che La Fayette, al corrente del piano, favorì la fuga nella speranza di ottenere, in assenza del sovrano, la nomina di Capo dello Stato. I primi ad abbandonare il palazzo furono la governantePauline de Tourzel con i figli della coppia reale; successivamente uscirono Luigi XVI, Maria Antonietta e Madame Elisabetta. La famiglia si ricongiunse verso la mezzanotte in un luogo poco distante, al riparo da sguardi indiscreti, e i suoi membri salirono a bordo della carrozza di von Fersen. Poco più avanti vennero raggiunti dalla carrozza reale, sulla quale si trasferirono per proseguire il viaggio. La stessa notte tentarono la fuga il conte e la contessa di Provenza, riuscendo ad espatriare senza problemi. La mattina del 21 giugno si diffuse la notizia della scomparsa del re: nella popolazione francese le reazioni furono miste, di sorpresa ma anche di risentimento. La Fayette, Bailly ed altri decisero di far credere che il sovrano fosse stato rapito, con l'intento di salvare ciò che restava della monarchia costituzionale francese. Verso sera la carrozza reale venne riconosciuta da Jean-Baptiste Drouet, un addetto delle poste di Sainte-Menehould. Questi, montato a cavallo, riuscì a precedere la carrozza di Luigi XVI a Varennes-en-Argonne, allertando la popolazione locale dell'imminente arrivo del re. La famiglia reale venne bloccata, arrestata e ricondotta a Parigi, dove giunse al Palazzo delle Tuileries il 25 giugno. Luigi XVI perse la stima di molti cittadini francesi. Numerosi giornali rivoluzionari, ritraendolo in immagini caricaturali sotto forma di maiale, divennero sempre più ostili e irrispettosi nei confronti del re e della regina.
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