Il
quotidiano di carta rinasce dal web
Simone
Cosimi – La Repubblica 8 luglio 2014
NON
sarà forse la soluzione alle sfide che l'epoca digitale pone alla
carta stampata. Ma certo rappresenta uno dei tanti modi in cui il
quotidiano, e in generale l’informazione cartacea, può
reinventarsi nel mondo dell’informazione in continua evoluzione.
Arrivando più tardi, ma custodendo e veicolando contenuti
selezionati dallo stesso lettore nel corso delle sue scorribande sul
web.
L’idea nasce dalla startup britannica Newspaper Club
capitanata da Tom Taylor. È stata battezzata PaperLater ed è in
sostanza un quotidiano che nasce dalla rete. Per chi non può fare a
meno del profumo della carta? Sì, ma non solo per feticisti. In
realtà il progetto è più ampio. PaperLater è infatti un servizio
che realizza un vero e proprio quotidiano su misura lungo da otto a
24 pagine. Quegli spazi vengono riempiti da articoli e contenuti che
gli utenti segnalano nel corso della loro esperienza online.
Un
pezzo è troppo lungo da leggere subito? Un altro complicato o
talmente interessante da meritare una seconda lettura? Quella tabella
va analizzata meglio? Quell’intervista sembra imperdibile ma è
davvero chilometrica? Non c’è problema: si segnala con un bottone
integrato al browser – come quello che usa Pinterest – e si mette
da parte. Anzi, in quel momento si sta già impaginando il proprio
giornale fai-da-te. Decine di aggregatori e servizi consentono a
chiunque di proporre una selezione di contenuti da condividere,
spesso realizzando tutto in automatico in base a tag reimpostati.
Vedi PaperLi. PaperLater punta però a un altro tipo di approccio:
anzitutto lo fa su carta sotto forma di un vero e proprio quotidiano
formato tabloid stampato su un mix di fogli riciclati e provenienti
da fonti certificate. Solo per te.
E poi confidando in una
scelta ben precisa. Della serie, metto da parte quest’articolo –
come consentono di fare molti lettori online, siti di giornali o
servizi come Pocket o Instapaper, tutti secondo il principio leggilo
dopo – perché voglio fruirlo diversamente. Magari in altri momenti
o situazioni. Al momento PaperLater è attivo in tutta la Gran
Bretagna – mentre quello della startup, molto simile ma non
automatizzato, è operativo su scala internazionale – e l’idea è
evidentemente quella di espandersi. Anzi: i prossimi territori in cui
attivare il servizio saranno scelti proprio in base alle richieste
che arriveranno al portale. Il modello – un po’ tipografia, un
po’ quotidiano in remoto e un po’ autoselezione del meglio in cui
siamo incappati in rete – sembra affascinante. Perché si presta
per esempio a una serie di usi creativi.
Mettendo magari in
salvo un tipo di contenuti freddi ma articolati, da leggersi con
calma nel fine settimana senza rimanere perennemente incollati a un
display. In fondo, il payoff del progetto è chiarissimo: "No
more clicks. Sit. Read. Relax". Basta clic. Siediti, leggi e
rilassati. Certo non manca qualche problema di formattazione e
qualche limitazione, per esempio quella di un’unica immagine per
articolo. Ma sono aspetti su cui, in vista di un’espansione
internazionale, si può lavorare. In ogni caso, PaperLater sembra
essere uno di quei progetti che si amano o si odiano e dividono il
pubblico senza pietà: “Ruota intorno alla possibilità di dare
alle persone la scelta di trasportare qualcosa offline. E di farlo
facilmente” ha detto Taylor aThe Verge. "Ci piacciono gli
schermi e internet – racconta il trio fondatore sul sito – ma ci
piace anche leggere tutto ciò che di straordinario il web ha da
offrire in un formato più calmo e che distragga meno".
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