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che continua con altri sviluppi l'esposizione delle sperimentazioni
già esposte in "ingredienti 66"
ed in "ingredienti 65"
Un
primo esempio è quello che ripete identiche procedure
applicate negli effetti prodotti in area "ritratti" .
Qui siamo di fronte alla trasformazione in auto-stereoscopia di una
coppia side by side prelevata in rete. Com'è facile notare,
il
risultato, quantunque apprezzabile, risente dell'eccessivo movimento
tra i due frame; cosa che lo renderebbe poco idoneo alla scopo
illustrato nella parte che segue.
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Praticati gli accorgimenti
eseguiti per l'area ritratti,
l'accettabilità del movimento che genera il 3D rende il
campione idoneo ad accompagnare visivamente le caratteristiche di un
prodotto in grado di attirare l'attenzione degli interessati. Potrebbe
trattarsi della illustrazione di un catalogo da far scorrere sullo
smartphone, come sul monitor di un PC. Ma, come vedremo, non
è l'unico sistema idoneo allo scopo.
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Qui siamo al di
là delle istantanee. Si tratta di
effettuare più riprese su di un solo oggetto (nello
specifico: una delle mie vecchie biottiche 6x6). Il complesso viene
posto su di un piano correvole lungo un righello con tacche distanziate
di 5 in 5 cm.. Sull'estremità del pannello di fondo (posto
in verticale) è fissato un filo metallico rigido (che
sovrasta il tutto per poi ripiegare in curva verso il basso fino a
posizionarsi all'inizio superiore del campo di inquadratura).
Sull'insieme di questa sorta di abitacolo viene posto,
preliminarmente, un fondale (carta) di colore appropriato (tinta unita
colore neutro).
Anteriormente a tale apparecchiatura è posta
(assicurata su treppiede, o stativo) una fotocamera digitale con cui
scattare singole foto ad ogni passaggio del soggetto lungo le tacche
del righello di fondo. Il numero degli scatti dipende dalle intenzioni
di chi effettua le riprese. Più se ne fanno più
aumenta l'effeto lenticolare del prodotto finito . Si pensi che, a
certi livelli professionali il lavoro viene svolto con riprese
istantanee effettuate con apparecchiature fornite di qualche decina di
obiettivi (ed il cui costo si aggira sui 15.000euro).
E sia al momento delle centrature, che assucireranno alla
ripresa il giusto movimento rotatorio del soggetto. Volendo trasformate
il tutto in gif tridimensionale con effetto lenticolare, loperazione
risulterà fortemente agevolata dal ruolo svolto dal cavo
metallico. Basterà rapportare ciascun fotogramma a tae
indice
per avere un risultato più che accettabile. Ma, attenzione
al
peso! Dal momento che la gif girerà secondo l'ordine 1, 2, 3
+
2, già 10 fotogrammi non potrebbero comportare un gif con
meno
di 18 immagini. In molte circostanze, quindi, ci si potrebbe limitare a
sole 5 riprese.
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Una tecnica completamente
diversa dalle precedenti. Non
ancora perfezionata, ma che potrebbe prestarsi a svariate
possibilità. Qui l'ho messa in atto per degli effetti 3D su
alcuni celebri dipinti; nella fattispecie un celebre quadro di
Hoggarth.
Il procedimento in sè sarebbe assai semplice ed
immdiato. Ma richiedere approfondimenti.
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Poi, per concludere questa
pagina, l'applicazione di un
sistema di pseudo-stereoscopia.
Di fatto il procedimento si dimostra idoneo ad un'esaltazione
della pospettiva,tale da conferire all'insieme l'impressione di
tridimensionalità.
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Ho
condotto queste prove su celebri dipinti di grandi paesaggisti veneti
del '700 (tra i quali prediligo Canaletto e Tiepolo - padre).
Siamo sempre sullo sfruttamento della prospettiva, operando
per gli effetti, sulle orme di uno strumento questo pure del '700; il
Pantascopio (riportato nel dipinto di GianDomenico Tiepolo; "Il mondo
nuovo" - Venezia, Ca Rezzonico).
L'immagine inserita richiama Venezia con S. Marco.
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Nulla impedisce di forzare
l'applicazione per utilizzarla
nella trasformazione di qualche ripresa fotografica. Mi sono servito di
un'immagine presa dalla rete per valutarne l'effetto.
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E questi sono i risultati.
Per chi volesse serimentare effetti analoghi al di fuori
dell'uso dei computer, consiglierei di regolarsi come avevo fatto anni
addietro. Dopo aver ripeso con reflex analogica (ed ottica
grandangolare da 24 mm) l'interno di una cattedrale, avevo assicuratoto
la stampa su di una base di multistrato dopo avr ricavato, sul lato
superiore dello stesso, una scanalatura a 45°, per
l'inserimento di uno specchio con la stessa inclinazione. Dopo aver
acceso due lampade per ciascun lato, avevo osservato il tutto
attraverso una lente biconvessa dal diametro di 35 cm. E vi assicuro
che ne valeva davvero la pena.
Oggi, che a ciascuno di noi non manca il suo bravo
smartphone, si potrebbe rifare la prova senza più bisogno di
grosse lenti, lampade laterali e supporti di qualsivoglia natura.